Isotta di V Canto: quando un profumo sa anche di storia e letteratura.
“Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona”. È attorno a uno dei versi più famosi e controversi del V Canto dell’Inferno di Dante Alighieri, che nasce il concept del profumo di cui parliamo oggi.
Una creazione visceralmente legata sia all’opera leggendaria del poeta fiorentino che alle radici dei founder del marchio. Il nome della collezione è infatti V Canto, insegna creata dalla Cereria Terenzi. Parliamo quindi di nomi già menzionati su Vanity Space, inventori di soluzioni olfattive che generano un piccolo universo di firme e soluzioni straordinarie.
Dal cuore dell’Italia al naso
La Collezione V Canto by Terenzi è ispirata prima di tutto dalle latitudini in cui affonda le radici la famiglia Terenzi. Siamo in provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche: qui sorge il meraviglioso castello medievale di Gradara, fra le più antiche ed ammirate (nonché visitate) fortezze d’Italia; una costruzione ubicata a pochi metri da dove l’albero genealogico dei Terenzi ha avuto origine.
Un luogo magnetico e al tempo stesso attorniato da una natura incontaminata, fra mare e colline, dove la salsedine si mischia alle brezze che scorrono fra gli alberi dell’entroterra. Uno scenario unico e stimolante che non solo è d’ispirazione alla famiglia Terenzi, ma che ha anche fatto breccia nel cuore del Sommo Poeta, tanto che gli furono dedicati dei versi.
Nasce così V Canto, sinergia fra geografia, amore, letteratura e storia. Una somma di meraviglie unite da un denominatore comune, ossia l’intento di tramutare la delicatezza, il garbo e la poesia in vere e proprie fragranze.
Questa collezione è, come spiega il brand – un lavoro stilistico di grande impegno, che vuole essere un percorso olfattivo emozionale attraverso la storia della natura umana. Si tratta di profumi da indossare come manifesto delle nostre più profonde inclinazioni, nella volontà di esplorare, attraverso la forza evocativa dell’essenza, il più profondo io interiore. Il profumo diviene compagno di viaggio epico, come quello che condusse Dante, nelle vie dell’anima per manifestare ciò che siamo o per conoscere ciò che diventeremo. Si narra di un viaggio eterno verso l’amore più audace e puro al tempo stesso che la storia dell’uomo abbia conosciuto, oggi racchiuso in “dieci terzine” di profumo che iniziano una storia ancora tutta da raccontare! Ogni volta che i nostri Graditi Ospiti vengono a trovarci presso il nostro Palazzo delle Candele, amiamo dedicare loro una visita all’interno del Castello dove, protetti da cunicoli segreti sotto la montagna e da mura possenti, si possano ancora udire gli echi dell’amore eterno di Paolo e Francesca. Un luogo magico e misterioso, affascinante e suadente come i profumi nati per questa collezione grazie ad essenze preziose e rare che rendono l’esperienza d’indossarli unica e indimenticabile.
Un profumo che nasce dall’Inferno di Dante, per emozionare
Sono dunque Paolo Malatesta e Francesca da Rimini, protagonisti del V Canto dell’Inferno di Dante le figure attorno alle quali si sviluppa il marchio. Protagonisti di un amore controverso e al tempo stesso peccaminoso per l’epoca. Oggi sono simbolo di invincibilità, di desiderio d’amore risoluto nel voler superare le barriere di tempo e spazio, fino all’eternità, benché infernale, dei due amanti.
Oggi la storia di Paolo e Francesca, e del perché Dante li inserì nell’Inferno, è ancora dibattuta, così come il significato delle parole di Francesca al poeta.
“Amor, ch’a nullo amato amar perdona” è un attacco su cui gli storici si dividono. Ammissione dello strapotere dell’amore sui desideri umani, o amara confessione di Francesca per l’amaro epilogo postumo della relazione? I punti di vista si a tutti i costisprecano: io personalmente amo perdermi nella magia dei versi danteschi, senza tentare di sviscerarne il significato. In fondo solo Dante poteva conoscere i suoi intenti.
V Canto non si limita allo stile olfattivo dei suoi profumi ma punta a narrare qualcosa anche nella bottiglia: ispirata dal caldo abbraccio dei due protagonisti Paolo e Francesca. Da una parte un corpo femminile, dall’altra un elmo e uno scudo, a incarnare la sfera virile della bottiglia.
La forma della bottiglia mira a generare un’esperienza nel chi la contempla e la maneggia – Tenendo in una mano la bottiglia e nell’altra il tappo si avvertirà immediatamente un perfetto senso di equilibrio e bilanciamento tra i due manufatti, preludio dell’estasi nel momento che nebulizzerete la fragranza sulla Vostra pelle. La bottiglia è ricoperta da un velluto soffice di colore blu enfatizzate dalle finiture argento del tappo e del medaglione, ispirata al vestito di Francesca che indossava all’epoca, ancora presente e visibile oggi nel museo del Castello di Gradara. L’innovativo cofanetto si apre come le imponenti porte del suddetto Castello che, come allora, anche oggi proteggono le ricchezze e le bellezze del palazzo.La scatola, con la stessa forza, protegge il prezioso estratto racchiuso nella bottiglia e si lascia celare solo al Suo Re o Regina – spiega ancora il brand.
Una Divina Commedia “destrutturata” per i nasi più raffinati
La Divina Commedia è opera nota globalmente: letta, studiata, criticata, sezionata, reinterpretata, finanche storpiata, tradotta in tutte le lingue del mondo; ha suscitato emozioni, commosso, terrorizzato, fatto riflettere tutti sull’aldilà. Fra tutte le accezioni in cui è stata proposta però, mancava quella olfattiva, che la famiglia Terenzi ha voluto scolpire con la sua collezione.
Paolo Terenzi, che si definisce il naso politicamente scorretto, da sempre ama usare le molecole come vere e proprie lettere del Suo personale alfabeto ed usa le particolari creazioni come un vero linguaggio.Paolo ha costruito un dizionario d’emozioni in grado di parlare una lingua internazionale, abbattendo così ogni barriera linguistica o culturale tra i popoli, perché attraverso i suoi effluvi il profumo parla direttamente al cuore degli uomini. Ecco nascere così dal genio creativo di Tiziana e Paolo un nuovo progetto artistico ispirato alla storia d’amore che da sempre accompagna la loro cultura classica e la loro vita, uniti come fratelli inseparabili in ogni loro gesto, sia professionale sia privato. La forza di due spiriti uniti, perché uno solo mai avrebbe potuto realizzare tanto.
Vediamo ora nel dettaglio il profumo in analisi oggi, ossia “Isotta”.
Isotta – Eau De Parfum – 100 ml
Questa creazione è stata ispirata da una delle più importati “Anime” che hanno abitato nel Castello di Gradara: la Principessa Isotta, moglie di Re Sigismondo. Donna bellissima ed affascinante, fatale ed intelligentissima, con modi gentili e al contempo forti. Stratega raffinata con abilità uniche nell’arte della diplomazia e della guerra, era saggia e determinata, in grado di tenere testa agli eserciti e capace di governare al fianco del suo Re. Forte e decisa come l’essenza da lei ispirata: questa creazione lascia sulla sua strada una scia soave, che circonda persistentemente, ma senza appesantire, a chi la indossa.
L’essenza è inaugurata da un bouquet di agrumi mediterranei, che rimandano immediatamente alla forza della terra italiana, dove emergono il Limone di Sorrento ed il Pompelmo di Sicilia, ben bilanciati dalla freschezza balsamica dell’Eucalipto e dalla vivacità spumeggiante del Tè Verde del Giappone.
Sono note di testa accattivanti e che sanno colpire i sensi, prima di sfociare in un cuore ultra ricco e seducente di fiori, in cui spiccano l’Assoluta di Gelsomino, la Rosa Bulgara e il Geranio d’Africa.
Dopo un inizio brioso e un cuore lussureggiante, molto femminile, si arriva alle note di fondo, decisamente più maschili, ma comunque sempre molto raffinate. Qui trionfa infatti Pelle Toscana, abbracciata al Cedro del Libano, a Bacche di Vaniglia del Madagascar, tutto massimizzato dalla forza afrodisiaca del Musk e della Fava Tonka.
La piramide olfattiva è dunque dedicata sia alle donne che all’uomo, proprio come il concept del brand, omaggiante a Paolo e Francesca, desidera.
Vediamo dunque il riepilogo schematico del profumo:
- Note di Testa: Sorrento Lemon, Grapefruit of Sicily, Japanese Spearmint & Eucalyptus
- Note di Cuore: Bulgarian Rose, African Geranium & Jasmine Assoluto
- Note di Fondo: Tuscan Leather, Lebanese Cedarwood, Vanilla Bean, Tonka Bean & Musk
Questa collezione mi ha davvero molto colpito: la capacità dei Terenzi di sublimare in una proposta di profumi sia l’aspetto geografico della loro terra natia, che quello storico e culturale, andando a prelevare un pezzo di Divina Commedia per renderlo un bellissimo concept, è un’idea che trovo vincente anche nell’intento di non voler celebrare solo un Made in Italy “produttivo”.
Qui c’è di più: ci sono inventiva, attenzione al dettaglio che non sia solo quello manifatturiero, desiderio di celebrazione della bellezza a tutto tondo. Riguardo a Isotta, credo che il marchio abbia creato una sorta di dipinto olfattivo della donna cui il profumo è dedicato. Un’opera perfetta.
Isotta era una donna vulcanica, femminile e al tempo stesso fortissima, proprio come il profumo.
È una creazione ottimamente bilanciata e armoniosa, capace di impressionare senza “schiaffeggiare” il naso. Nel testarla, ho provato una fortissima connessione con gli intenti magici e nobili della famiglia Terenzi.
Un profumo che è esperienza appagante, costruttiva e al tempo stesso fuori dagli schemi.
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